Superbonus, 36 mila cantieri a rischio: i tempi, cosa fare, cosa sta succedendo.

Ora si teme un’impennata di cause tra proprietari e imprese Migliaia di interventi sui condomini che rischiano di restare bloccati. La manovra in Aula il 12 dicembre, ma il Tesoro chiude sull’allungamento dei lavori 

Quanti sono i cantieri legati al Superbonus realmente a rischio? Migliaia. Se da un lato le opere effettuate hanno già “mobilitato” 13 miliardi – stiamo parlando di interventi legati all’incentivo edilizio –, dall’altra parte ci sono almeno 36 mila condomini che attendono una proroga ma che difficilmente l’otterranno. Il motivo è semplice: per potrer allungare i tempi e concludere l’intervento di efficientamento edilizio, servirebbe dichiarare il “fine lavori” entro il 31 dicembre di quest’anno. Difficilmente avverrà.
L’inchiesta de “Il Sole 24 Ore” fa il punto sulla situazione sullo stato dell’arte relativamente alla maxi agevolazione. I tempi non sono stretti, ma strettissimi: 36 mila condomini hanno avviato le opere nel corso di quest’anno ma difficilmente rispetteranno le tempistiche imposte dalla legge per poter ottenere la proroga. Che succederà ai cantieri aperti in assenza di una proroga? Resteranno bloccati. Non a caso il Cna ha lanciato l’allarme. «Il governo dice una cosa, ma io ne dico un’altra e la dico con convinzione: chi ha iniziato i lavori seguendo una legge dello Stato li deve finire, punto e basta. Poi voltiamo pagina, ma le famiglie e le imprese che hanno iniziato i cantieri con il Superbonus li deve finire» spiega il presidente della Cna, Dario Costantini ribadendo il proprio appello rivolto all’esecutivo. Il rischio, altrimenti, è quello di vedere un’impennata delle cause tra proprietari e imprese. La Cna condivide «la necessità di chiudere la stagione del 110% per aprire una riflessione seria sul futuro dell’efficientamento degli edifici in Italia, in particolare per le famiglie meno abbienti» ma «ritiene indispensabile individuare una rapida soluzione per i numerosi cantieri che, anche in virtù del caos normativo e applicativo dello strumento, non riusciranno a terminare i lavori in tempo utile». Così si potrebbero recuperare «i ritardi accumulati, consentendo una conclusione ordinata, tale da evitare l’insorgere di un enorme contenzioso tra condomìni e imprese, scongiurando al contempo la corsa forsennata per finire i lavori, con conseguente rischio sia per la sicurezza dei lavoratori coinvolti sia per la qualità degli interventi eseguiti». 
L’allarme è univoco. Da Ance a Cna Costruzioni, dall’Anaepa Confartigianato alla Rete delle Professioni Tecniche, poi Confapi Aniem, Casartigiani, Claai, Confcooperative Lavoro e Servizi, Federcostruzioni, Legacoop produzione e servizi, Agci, Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil. Un coro che chiede lo sblocco della procedura «Altrimenti – dice il senatore Michele Fina, tesoriere nazionale del Partito Democratico – si rischia il disastro». 
La manovra entra nel vivo

Intanto la manovra entra nel vivo a Palazzo Madama. La legge di bilancio è prevista in calendario in Aula al Senato il 12 dicembre e diversi sono ancora i nodi da sciogliere. Compreso il tema del superbonus. Rimane il pressing dei partiti – nonostante il Tesoro abbia più volte ribadito una linea ferma – sulla questione Superbonus per trovare una soluzione che quantomeno eviti ricorsi. E si moltiplicano gli appelli dei costruttori per una proroga per i condomini per consentire di completare i lavori. «Lo abbiamo detto in tutti i modi: senza una proroga – ribadisce Fina – andremo incontro ad un caos per proprietari, imprese e tecnici. Contenziosi giudiziari e fallimenti delle imprese si conteranno a migliaia, con effetti disastrosi per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti».

La Stampa

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